martedì, 23 novembre 2004 - 11:29

Scrittore per bambini? No, sarebbe troppo semplice classificarlo così, malgrado alcuni suoi libri siano letti da milioni di bambini in tutto il mondo. Scrittore umoristico? Neanche questa definizione si attaglia del tutto a Roald Dahl capace, nei suoi libri, di tali sterzate ciniche o stranianti da lasciare sconcertati. Forse "maestro dell'imprevedibile" è la definizione che più gli si addice. Poco conosciuto fra quelli che consumano solo letteratura alta, chi si è accostato a lui ne ha subito fatto un autore di culto. Il primo racconto pubblicato è proprio una storia per bambini. Periodo fecondo della sua vita, questo, condito da decine di aneddoti circa le sue strane abitudini. Una tirchieria patologica in primis ma anche il vezzo di scrivere chiuso in una stanza in fondo al suo giardino, avvolto in un sudicio sacco a pelo e sprofondato in una poltrona improbabile appartenuta alla madre. Si dice che in questa sua stanza nessuno avesse mai potuto riordinare o fare pulizie, con le conseguenze che si possono immaginare. Sul tavolo, una palla color argento fatta con la stagnola delle tavolette di cioccolata che mangiò da ragazzo. Ma al di là degli aneddoti, restano i libri da lui scritti.
Negli anni '80 scrive quelli che possono essere considerati i suoi capolavori: Il GGG, Le Streghe, Matilde. Altre storie sono: Boy, Sporcelli, La fabbrica di cioccolato, Il grande ascensore di cristallo.
Roald Dahl ha scritto anche libri per adulti, racconti il cui tema centrale è la sofferenza che nasce dalla crudeltà, la sopraffazione e l'imbarazzo. Ritiratosi in una grande casa di campagna, il bizzarro scrittore è morto il 23 novembre 1990 di leucemia.
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