martedì 14 febbraio 2012

Concretamente idealista


sabato, 27 agosto 2005 - 11:33

«L'uomo non è altro che la serie delle sue azioni.»
Hegel

Georg Wilhelm Friedrich Hegel, il grande pensatore tedesco, nasce il 27 agosto 1770 a Stoccarda. Tra Ficthe e Schelling è l'idealista più coerente, dal momento che sostiene fino in fondo l'esistenza di un uomo che diventa Dio e un tutt'uno con l'Infinito, in nome di un panteismo immanentistico, contro la concezione di un Dio trascendentale. Tutto il suo pensiero poggia su un capisaldo trilobato (tesi, antitesti, sintesi):
- le singole parti della realtà non sono altro che manifestazioni particolari di un organismo unitario che è l'Assoluto, l'Infinito, Dio
- designando l'Infinito con il termine RAGIONE, sostiene che: "tutto ciò che è razionale è reale e tutto ciò che è reale è razionale". Pertanto, tutto quello che esiste è necessario: ciò che "è" è esattamente ciò che "deve essere"
- il compito della filosofia, dunque, è quello di prendere atto della razionalità del reale per giustificare la realtà, capendo che il finito e l'infinito coincidono
Egli sviluppa le sue convinzioni in continue trilogie che rieccheggiano in tutto il suo pensiero, quasi avesse preso alla lettera la perfezione che i Greci vedevano nel numero "tre". Probabilmente proprio grazie a questo suo schematico "intelletto ternario", Hegel, pur essendo un osso duro per gli studenti, viene più apprezzato rispetto ad altri, specie se si è appena usciti dal pensiero infinitamente impalpabile di Kant!
Concludo dicendo solo: però, che gioia poter annegare in tanta conoscenza!

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