venerdì, 01 luglio 2005 - 14:19
Dense strisce di colore
vestono un corpo
spasimato dal bianco opaco.
Tracce di crini lungo le
gambe,
arido il ventre
flaccidi seni.
Il cuore spugnoso,
imbevuto di mera apatia,
costretta in una rete
di lenti sfocate
e sfumature ingrossate
Turgido il collo
galeotto degli avidi specchi
che succhiano riflessi.
Si odono voci lontane
ma la tela rimane impassibile
affogata nella sua siccità.
(25 luglio,
1922 Kalindi Achala)

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