martedì, 26 aprile 2005 - 19:56
Lo scetticismo non ha radici
molto profonde; appena tre secoli. Ciò non vuol dire che anche nel '400 non
esistessero i dubbiosi, i critici e i degradatori delle speranze! Anche se lo
scetticismo non è solo questo, ma la prima cosa che evoca nella mia mente non
sono altro che distruzioni negative. Tuttavia, nonostante Hume sostenesse che
nemmeno l'esperienza poteva contribuire allo sviluppo dell'uomo e della sua
intelligenza, sconfinando la consapevolezza dell'essere umano in un'isola
limitata all'incertezza perenne, sono d'obbligo gli auguri a questo celeberrino
filoso, senza il quale una grossa fetta della mentalità, dell'evoluzione, delle
idee e dello spirito del mondo intellettuale non sarebbe nata. Del resto, penso
umilmente che ogni opinione sia degna di passare alla storia. «La bellezza
delle cose esiste nella mente che le contempla.», e con questa affermazione,
Hume pare togliere valore oggettivo a qualsiasi aspetto della nostra
vita.
Difficile è, però, non riflettere, se non condividere, sull'acuta
interpretazione che dà della religione: per non soccombere alle proprie paure,
i timori di una vita finita, di dolori pressanti, di mali incomprensibili,
l'uomo ha sentito il bisogno di essere protetto e, in mancanza di un
essere umano "gigante di virtù", si è costruito una figura divina,
parabola indispensabile per ovviare alla sofferenza e all'ignoranza.
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