sabato, 23 aprile 2005 - 10:34
«O santo
padre, San Francesco, se voi che foste tanto buono, che convertiste anche il
lupo, se voi che amavate gli uccelli e gli alberi e chiamavate sorella la luna,
se voi foste vivo e intercedeste per me, chi sa che non mi convertissi anche
io. Voi certo avreste pieta' di me e mi vorreste bene come al lupo, e mi
chiamereste fratello lupo! E io, povero lupo, verrei quassu', e accovacciato
sotto questi archi solenni, in cospetto a questa Umbria verde e mite, io
penserei visi di madonne e glorie di angeli sfumanti tra le nuvole candide e
rosee su quei monti laggi nel cielo turchino, e dimenticherei l'amore, l'amore
mondano, che mi ha fatto tanto male alla testa e al cuore. Oh serafico padre,
io ho due ferite che mi ridolgono sempre a certi giorni come a voi le sante
stigmate il venerdi'. Oh serafico padre, se voi foste vivo, io mi confesserei a
voi, e poi farei penitenza all'ombra di un pino, presso un'acqua corrente; e
poi canteremmo insiem e delle laudi; e io ci farei una bella figura, a fe' di
Dio, altro che il lupo!» (Giosue' Carducci)
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