giovedì 16 febbraio 2012

La primissima recensione sul mio romanzo!


giovedì, 13 dicembre 2007-17:36


La Biblioteca Intelligente
di Nadia Alibrandi

Memoriale di un cuore errante di Alice Alberini

Al giorno d'oggi si può scrivere un romanzo di formazione senza scadere inevitabilmente nella banalità? Si può raccontare l'impalpabilità dell'animo umano senza perdersi in noiosi sofismi? Si può ambientare il tutto nella Spagna a cavallo tra il XVI e il XVII secolo ed essere comunque terribilmente attuali?
A giudicare dalla lettura di questo bel libro, si direbbe proprio di sì.
Kalindi, la protagonista, è infatti una giovane ballerina di flamenco che di punto in bianco abbandona gli agi e le comodità della casa paterna, per mettersi in viaggio alla ricerca di se stessa.
Un viaggio fatto di stenti e vita precaria, che la porterà spesso a contatto con persone differenti, in cui specchiarsi, nel vano tentativo di recuperare la sua anima perduta a causa di un terribile segreto d'infanzia, che porta serrato nel cuore.
Un espediente narrativo, questo, di cui la Alberini avrebbe potuto abusare fino ad annoiarci. Invece il dosaggio e' giusto e l'attenzione del lettore viene tenuta desta dai continui cambiamenti di prospettiva, nonché dalle bellissime descrizioni dei luoghi che fanno da giusto contraltare alla complessa vicenda umana di questa giovane disadattata.
Questo perchè la trama, tutta impostata su di una sottile ricerca della verità, si modella proprio sui tanti modi di essere della protagonista nei vari momenti della sua vita, aggiungendo ogni volta un ulteriore tassello a completamento di un puzzle di difficile soluzione.
Tanti aspetti diversi racchiusi in un'unica figura, dunque, che in ogni momento del romanzo permettono approcci sempre differenti, costringendoci a rivedere di continuo ciò che abbiamo letto fino a quel punto e prospettandoci nel contempo nuove ipotesi o dubbi, fino a rimettere tutto di nuovo in discussione al passaggio successivo.
Ma niente scatole cinesi o approccio epistemologico.
Solo tanta buona IMPREVEDIBILITA'.
E questo è davvero un gran merito dell'autrice.
Perchè, alla fine, con leggerezza, scopriamo che tra le mani abbiamo davvero un bel romanzo che, senza neanche accorgercene troppo, ci ha fatto riflettere a fondo su follia, debolezze, ossessioni e furore mistico.
In conclusione aggiungo solo che era da tanto che non mi imbattevo in un libro che mi costringeva a prendere in mano il dizionario alla ricerca di termini che non conoscevo. E in questi tempi sgrammaticati post-cannibali&pulpisti, ben venga una scrittrice che sappia costruire una frase seguendo CORRETTAMENTE le regole dell'analisi logica e per di più con termini desueti, messi lì non certo per colpire, ma per stimolare l'immaginario.
Un ottimo libro di una bravissima scrittrice.
"Nessun uomo è un mistero, tranne che per se stesso" Proust

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