martedì, 16 maggio 2006-23:28
Se a la
propinqua speme nuovo impaccio
o Fortuna
crudele o l’empia Morte,
com'han
soluto, ahi lassa, non m’apporte,
rotta avrò la
prigione e sciolto il laccio.
Ma, pensando a quel dì, ardo ed agghiaccio,
c’hè ‘l
timore e ‘l desio son le mie scorte;
a questo or
chiudo, or apro a quel le porte,
e, in forse,
di dolor mi struggo e sfaccio.
Con ragione il desio dispiega i vanni
ed al suo
porto appressa il bel pensiero
per trar
quest’alma da perpetui affanni.
Ma Fortuna al timor mostra il sentiero
erto ed
angusto e pien di tanti inganni,
che nel più
bel sperar poi mi dispero.
(Isabella di
Morra)

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