giovedì 16 febbraio 2012

Il Navigatore (parte 3)


lunedì, 11 febbraio 2008-15:04 


"[...]Perchè, sì, Marijo aveva l’abitudine di allegare all’elenco delle informazioni strettamente funzionali l’umore del mare. No, non il rumore, come il lettore potrebbe correggermi. Bensì, l’umore. Quando si è innamorati, si passa il tempo a contemplare il viso dell’amata, facendo attenzione ad ogni piccola increspatura della bocca, ad ogni incurvatura degli occhi. Così Marijo non abbandonava nemmeno per un istante il suo mare, le sue onde e ogni sera riportava sul registro la pazienza che quel giorno l’acqua aveva portato, il suo sentimento gioioso quando la brezza giocava con essa, la sua paura incontenibile quando la tempesta infuriava. Quella sera, accanto alla lista, sul bordo destro del registro, Marijo scrisse: “nervoso”. Il mare era stato nervoso per tutta la giornata. Le onde si erano infrante continuamente sulla sua nave, ma egli percepiva questo malcontento soprattutto dalla schiuma. La bianca corona che soleva accompagnare le onde del mare nei giorni ventosi era, generalmente, compatta e continua, cingeva cioè l’onda in tutta la sua lunghezza. Quel giorno, invece, le creste si mostravano frastagliate e fastidiosamente frizzanti, febbricitanti di ira e scontrose.
Poiché l’acqua è solita essere lo specchio del cielo e, dunque, anche il riflesso del suo carattere, Marijo aveva cercato fra le nubi il nervosismo che il mare rispecchiava, ma non ne aveva trovato tracce. Dopo aver consultato la cartina, il percorso, calcolato le miglia rimanenti e non avendo trovato traccia nelle terre oltremare di nervosi presagi, si era convinto a chiedere la causa di tanto malessere direttamente alla fonte delle sue ricerche. Il dialogo con il mare era, per Marijo, una forma consueta di comunicazione. Egli chiedeva, il mare rispondeva e non erano rare le volte in cui era il mare stesso a chiedere in modo tale che fra i due si era venuta a creare una sintonia costante e una conversazione che poche volte subiva una pausa. Entrambi gli interlocutori erano soddisfatti del compagno con cui parlavano e, per questo, mai si erano traditi.[...]"

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