giovedì, 27 gennaio 2005 - 12:59
Scrittore inglese, Lewis Carroll (pseudonimo di Lutwidge Dodgson),
è nato a Daresbury (Cheshire), il 27 gennaio1832. Studiò a Rugby e a Oxford,
nel Christ Church College, dove rimase poi sino al 1881 come lettore di
matematica pura, disciplina alla quale dedicò numerosi trattati. Nel 1861 venne
ordinato diacono, ma non prenderà mai gli ordini superiori.
Di carattere assai timido, Carrol fu grande amico (e fotografo) di alcune
bambine, e per una di esse, Alice Lidden (figlia del decano del Christ Church e
coautore del celebre dizionario greco-inglese Liddell-Scott), scrisse
"Alice nel paese delle meraviglie" (il titolo originale suona
"Alice's adventures in Wonderland"), un libro poi divenuto
celeberrimo e pubblicato originariamente nel 1865.
Queste frequentazioni, fra l'altro, sono state di recente scandagliate e messe
in discussione in alcune dettagliate biografie sullo scrittore che ne hanno
tendenziosamente messo in evidenza il carattere morboso.
Ad ogni modo, la storia di Alice è diventata la più nota e amata della
letteratura infantile inglese, esercitando una forte attrazione anche su
lettori adulti, grazie al peculiare gusto del gioco logico e verbale. Alle
avventure di Alice, Carroll diede un seguito nel 1871 con "Attraverso lo
specchio", un testo che ripeté con eguale fortuna i successi del primo
libro.
L'attrazione degli adulti per Carroll è facilmente
spiegabile. La facoltà infantile per eccellenza, la fantasia, la capacità di
osservare con perfetto candore la realtà (magari aderendo poi a queste
"nuove" visioni con una disposizione mai esausta), servì infatti allo
scrittore per mettere a nudo le assurdità e le incoerenze della vita adulta,
nonché a dar vita ad incantevoli giochi basati sulle regole della logica,
capaci di deliziare gli spiriti più intelligenti.
"La caccia allo Snark", uscito nel 1876, ad esempio,
che in apparenza è una buffa poesia nonsense, nasconde possibilità di
interpretazione simbolica che hanno affascinato la critica moderna.
"La caccia allo Snark", uscito nel 1876, ad esempio,
che in apparenza è una buffa poesia nonsense, nasconde possibilità di
interpretazione simbolica che hanno affascinato la critica moderna.

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