giovedì, 7 giugno 2007-21:27
--Segui il tramonto. Segui la morte del sole. E mentre quello
muore, rimani a guardarlo finchè si spegne. Solo allora alza gli occhi. Sarai
all’altezza di Capo Verde. È ora di modificare la tua rotta.
Era un torrido fine agosto quando Marijo aveva terminato gli
studi alla Scuola di Navigazione e Cartografia di Lagos. Finalmente O Infante Dom Henrique gli aveva
concesso l’attestato e un’imbarcazione. La frenesia del trono di conquistare un
nuovo commercio a imitazione dei navigatori greci del passato aveva condotto
alla scelta indiscriminata di sudditi navigatori. Così, Marijo aveva ottenuto
la sua nave, ma, soprattutto, la possibilità di rimanere per mesi accanto
all’amore della sua vita, la sua amante segreta, la sua signora, unica e vera
regina di quel paese che era il suo cuore. Fu proprio questo folle amore a
condurlo a una partenza affrettata e nascosta, quell’agosto del 1417. I suoi
studi erano il suo equipaggio, il suo amore l’albero maestro più solido.
Marijo era
cresciuto letteralmente in mare. Partorito sulla spiaggia dalla madre
sconsolata, mosse i primi passi verso una conchiglia dalla strana forma a onda
imbronciata. Aveva imparato a nuotare e a toccare con la punta dell’indice il
fondale sabbioso ancor prima di pronunciare le prime, infantili parole. Quando
gli fu impedito di entrare nella scuola di Lagos era corso a piangere in mare e
ed erano state le onde morte a sciogliergli le lacrime con il sale. Era in mare
che sua madre si era tuffata dalla scogliera più alta per abbandonarsi alla
vita. Fra gli scogli aveva imparato a leggere il cielo.
Marijo ora era realmente un ottimo navigatore, ma, prima di
tutto, come tutti gli esseri umani, ora era un uomo follemente
innamorato.[...]--
*secondo classificato al concorso artistico Giugno in arte 2010
quinto classificato al concorso Mons Aureus 2007
quinto classificato al concorso Mons Aureus 2007

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