martedì, 28 giugno 2005 - 15:55
Doveroso è ricordare l'anniversario
della nascita del
forse più grande letterato, drammaturgo e romanziere del '900. Preso in un
vortice di "odi et amo" per il cinema e la società industriale,
Pirandello ha dato voce a verità fondamentali per la nostra esistenza,
distruttive e costruttive al tempo stesso. Un umorismo spiazzante verso il
bifronte essere umano. Analizza in modo originale l'anima dell'uomo
paragonandola a un fiume in piena, in continuo scorrimento, vorticoso e
caotico, «...Perchè una realtà non
ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà
mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.». Comprendere le sue
parole e condividerle comporta un forte senso di smarrimento e angoscioso
sprofondare in un oceano di insicurezze e perdita di certezze: questo è il
momento epifanico. Il segreto sta nell'accettare questa "pupazzata"
senza costruire dighe od ostacoli che frenino il fluire naturale, seppur
sconvolgente.

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