martedì 14 febbraio 2012

Le vie dei pensieri


giovedì, 26 maggio 2005 - 13:39

"A che scopo vivere se soffrire è la mia parola d'ordine, l'angoscia la mia lingua madre e l'ansia il mio inno? Mi accorgo di quanto Lei sia ormai mia Padrona e io, docilmente prostrata ai piedi del Suo trono, soccombo ogni qual volta il Suo scettro sfiora le mie spalle. Allora mi rimembro della Sua presenza e alzo lo sguardo, volgendolo a Lei; Lei che tanto amo e che amo odiare; Lei che ride della mia sottomissione mentre con mano materna accarezza i miei capelli. Mi consola, mi abbraccia e mi bacia le gote, poi stringe sempre più forte fino a soffocarmi, come Commodo a Cicerone. Amiamoci, poichè per sempre vivremo vicine. Odiamoci, sovente ci faremo del male. Oh, quanta crudeltà scorre nelle tue vene! Eppure, senza di te mi manca il respiro, quello che tu stessa poi mi togli. Oh, amorose punizioni le Tue! Non vedi che piango per te?"  
(tratto da 'Riflessioni di un'anima eremita', le memorie di Kalindi Achala, 5 ottobre 1937)

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