martedì, 12 luglio 2005 - 10:35
"Quel che
noi ricordiamo della nostra condotta resta ignorato dal nostro vicino più
prossimo; e quel che abbiamo dimenticato d'aver detto, o che magari non abbiamo
mai detto, va a provocare l'ilarità fino in un altro pianeta; e l'immagine che
gli altri si fanno dei nostri fatti e gesti non somiglia a quella che ce ne
facciamo noi stessi, più di quanto somigli ad un disegno un confuso ricalco in
cui a un tratto nero corrisponde uno spazio vuoto, e a uno bianco un ghirigoro
inesplicabile. E può, d'altronde, accadere che ciò che non è stato registrato
sia qualche tratto di noi irreale, che noi scorgiamo solo per compiacenza;
mentre quel che ci sembra aggiunto è invece proprio nostro, ma così incorporato
alla nostra essenza, che ci sfugge."
(Marcel Proust, 'Alla ricerca del tempo perduto')
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